Madeira, ''il giardino di Dio''

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Il Cercaviaggio
view post Posted on 25/9/2010, 17:43




A mille chilometri da Lisbona, in pieno oceano Atlantico, sorge Madeira, l’isola vulcanica e ricoperta di giardini amata da Sissi, imperatrice d’Austria, che vi soggiornò a lungo, dallo statista Wiston Churchill, che a Câmara de Lobos, sulla costa meridionale, trascorse intere giornate a dipingere, dallo scrittore George Bernard Shaw, che si rifugiò spesso nell’albergo più famoso, il mitico Reid’s, sul promontorio Santo de Cavalo
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Il motivo per cui tanti viaggiatori amarono fermarsi su quest’isola lontana dalla costa portoghese è semplice: Madeira è un continuo spettacolo, un paradiso naturalistico dove convivono scogliere d’origine lavica a picco sull’oceano e vigneti che producono il famoso vino Madeira, spiagge sabbiose e appezzamenti di prati all’inglese in mezzo a panorami mozzafiato, molti dei quali trasformati in campi da golf. Giardini tropicali, come quelli che sorgono sulle colline di Funchal – Botanical Garden, Monte Palace Tropical Garden, Quinta do Palheiro - e mercati coloratissimi, come quello di Dos Lavradores, sempre nel capoluogo Funchal, dove si comprano frutti esotici e fiori rari; piscine naturali come quella di Porto do Moniz, sulla punta nord-occidentale, e coltivazioni a terrazza che ricoprono gran parte dell’isola. Le terrazze, che arrivano fino a 800 metri con le levadas, lunghi canali d’irrigazione, sono il frutto degli enormi sforzi dei contadini che hanno rubato terreno alla foresta, che un tempo dominava l’isola.
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Madeira, infatti, in portoghese significa “isola del legno” per la grande presenza di boschi tropicali che la ricoprivano quasi interamente. Nel 1420 proprio per dare spazio alle colture, ai giardini e ai vigneti, i coloni bruciarono i boschi; persero però il controllo dei roghi che si spensero solo sette anni dopo.
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Oltre che per la sua bellezza l’isola portoghese, conosciuta anche con il nome di “giardino di Dio”, attirò visitatori e viaggiatori anche per altri due motivi: il clima, piacevolmente mite tutto l’anno, e la produzione di vino, un ottimo vino, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Lo accompagnano prelibatezze gastronomiche come il saporito baccalà, messo a essiccare al sole di Câmara de Lobos, regno indiscusso dei pescatori, piatto tipico della cucina locale che, si dice, i portoghesi sappiano preparare in 365 modi diversi. Ma ci sono anche il pesce espada - grossa anguilla nera che si pesca solo qui e in Giappone -, cucinato alla griglia, fritto o in zuppa con banane e marisco, i frutti di mare, e il tonno marinato. Da provare ci sono anche il milho frito, mais fritto, le espetada, spiedini di carne e frutta esotica, e la açorda madeirense, una zuppa di pane con erbe aromatiche.
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Il vino di Madeira, prodotto in quattro varietà - sercial, secco e poco strutturato, verdelho, semisecco e strutturato, bual, fruttato, e malvasia, dolce e maturo - è una vera ricchezza per l’isola ed è rinomato per la sua bontà e per la sua particolare tecnica di invecchiamento. Si narra che il duca di Clarence, imprigionato nella torre di Londra e condannato a morte, chiese come esecuzione di essere annegato nel vino di Madeira. Anche uno dei protagonisti dell’Enrico IV di William Shakespeare venne accusato di aver venduto l’anima per un bicchiere di Madeira. Sono tante le storie legate al prelibato vino dell’isola portoghese, ma la più interessante è quella che lo rese famoso: nel Settecento e nell’Ottocento barili di buon vino viaggiavano in nave fino all’Inghilterra e proseguivano verso l’Oriente.

Poi le imbarcazioni tornavano in patria e consegnavano il vino avanzato ai produttori isolani, i quali si accorsero che il vino restituito, detto vinho de Torna-Viagem, era decisamente più buono e profumato proprio perché maturato nei barili. Fu così che si decise di conservare l’uva a 45 gradi per almeno tre mesi, da settembre a dicembre, per poi trasferirla in cantine a temperatura ambiente. Così il vino, prodotto tra l’altro da un terreno lavico, riusciva a mantenere le proprie caratteristiche anche per più di cent’anni. Ancora oggi, il vino Madeira, prodotto con diverse uve, è liquoroso e passa almeno 20 anni in botte e due in bottiglie prima di essere commercializzato. A seconda dell’invecchiamento si producono il finest di 3 anni, il reserve di 5, lo special reserve, di almeno 10 anni, e il solera, il vino più vecchio.

Per conoscere leggende, curiosità e storie del Madeira è necessario recarsi in due luoghi del capoluogo Funchal: Madeira Wine Company (www.madeirawinecompany.com), in un convento francescano del Cinquecento, dove si possono visitare le cantine, un museo sulla sua storia e vedere al lavoro i maestri bottai che preparano le botti di mogano e quercia americana. Qui sono raggruppate le etichette più prestigiose: Blandy’s, Leakock’s, Cossart Gordon, Winelodge e Miles, tutte istituite dagli inglesi. La visita, ovviamente, termina con una degustazione. L’altro luogo del Madeira è Vinhos Barbeito (www.vinhosbarbeito.com), dove si producono vini d’alta qualità che vengono esportati in tutto il mondo. Anche qui si fanno degustazioni, si visita il museo e la biblioteca dedicati a Cristoforo Colombo. Sempre a Funchal è consigliabile visitare l’Instituto do Vinho da Madeira (www.vinhomadeira.pt) con laboratori dove si certifica e garantisce il vino prodotto sull’isola. Altri luoghi di produzione locale sono Câmara de Lobos, dove sorge la grande casa vinicola Henriques & Henriques-Vinhos (www.henriquesehenriques.pt), attiva dalla metà dell’Ottocento, e Cabo Girâo con le vigne che digradano fino all’oceano.

di Ida Bini
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